THE THEORY OF HOLES (La Teoria dei Buchi)

Foto articolo dottssa Lombard

What is the connection between science, spirituality, sex, death, justice, knowledge, gravity, economics, love – and why does our future depend on it?

It is often observed that the standard “-isms” have failed to satisfy the yearnings of the people of our time – not merely the political -isms (capitalism, communism, imperialism) but more importantly and fundamentally the philosophical ones, particularly materialism and spiritualism. Materialism, with its scientific and technological offshoots, has remade our physical world, but has left too many of our deeper needs – for emotional stability, community, a sense of belonging, of meaning, of mattering – unfulfilled. Spirituality, on the other hand, offers to satisfy our deeper needs, but only on the condition, it seems, that we leave our critical intelligence behind.

Many people are trying, in various ways, to overcome the opposition between the material and the spiritual philosophies, taking the best from each and moving beyond both. We now need a movement that pulls together and unifies these efforts under the same philosophical umbrella. This movement is “holism”, and the Theory of Holes is that umbrella.

The Theory of Holes takes intellectuals through a new thinking process, combining the physical and spiritual realities, in a rigorously logical way, in order to comprehend reality as a whole – holistically. The hole is the perfect symbol of this combination – it can be seen as emptiness surrounded by matter, or as matter shot through with emptiness.

Subtitled: What is the connection between science, spirituality, sex, death, justice, knowledge, gravity, economics, love – and why does our future depend on it?, the Theory of Holes is a philosophical Rosetta Stone. It is the key that for the first time makes the language of science coherent to spiritual thinkers, and the world of spiritual thought coherent and meaningful to those who value science, logic and reason above all. It does this by starting from a basic, fundamental premise, acceptable to all, and working out the necessary implications of that premise, step by rigorously logical step. Yet the vistas which this logical progression opens up to the reader are astounding. The book deals with matters on the grandest scale — politics, economics, physics, religion, even the possibility of immortality — as well as on the smallest scale, that of every man or woman’s daily life.

The chapter on economics and capitalism will prove particularly illuminating — not just for academics and experts, but for the vast majority of readers. The Theory not only identifies the basic flaw, shared by all the various schools of economics up to now — Marxist, Keynesian, neoliberalist, etc. — it also shows how the competing solutions they propose actually make our economic problems worse, not better. In so doing, the Theory proposes its own innovative solution, in a new economic system beyond Capitalism, and offers a practical strategy for achieving it.

In this field, the book also contains an exclusive outline of Holism, the economic system for the post-Capitalist era, for which Laura is theorist and advocate. That is why she suggests that the book offers valuable insights in the field of political agenda and guidelines, which academics and experts in political science should begin to analyze. “I found the fundamental flaw in the academic debates that kept us from achieving economic justice”, Laura says. The Holist system, which is an inflation-free and quantity-free-money economy, is supposed to eliminate economic crises and poverty once for all. “It would also create unprecedented levels of wealth for humanity and total alignment between private profits and collective ones”, Lombardo declared, encouraging entrepreneurs across the globe to tune in.

“The book benefits humanity in important and very concrete ways”, the author declares “and this is why it is written for the average intelligent reader, making its points simply and clearly, step by step”.

“I am not a professional philosopher, nor a scientist”–says the author, Laura Lombardo–“In fact, I think that is why I was the one to introduce this Theory for the first time”. As the Theory points out, to fully know something, we need to step outside of it and see it whole. So as an outsider from both science and spirituality – and with no commitment to direct the Theory toward any particular conclusions – I had a privileged position from which I could see the reality comprehensively. Finally, Lombardo refers “The Theory is not my private property–I publish it in the hope that other thinkers and researchers will discover further implications of the Theory in their own areas of interest”.

The Theory of Holes is now available on Amazon, in both e-book and paperback versions.

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Importanti risvolti e direzioni nei campi di politica ed economia, nazionale e internazionale, che accademici, esperti e i dottori in Scienze Politiche dovrebbero cominciare ad analizzare.

Ci è capitato spesso di osservare, oggi come in passato, il totale fallimento dei vari “-ismi” rispetto ai bisogni dell’Umanità – non solo quelli politici (capitalismo, comunismo, imperialismo) ma, specialmente, quelli di natura filosofica, e in particolare, materialismo e spiritualismo. Il materialismo, con i suoi derivati scientifici e tecnologici, ha parafrasato la realtà materiale, al massimo delle sue potenzialità, ma ha anche ignorato troppe delle nostre esigenze più intime, più esistenziali, più costitutivi dell’essere umano. E cosi, il bisogno di stabilità emozionale, di appartenenza, di comunità, di significato e valore sono rimasti totalmente insoddisfatti. Eppure, come lo studioso Maslow rivela, rappresentano il punto più alto nella scala dei bisogni di ogni uomo e donna.

Il mondo spirituale, all’opposto, si è offerto di curare quei bisogni, ma alla condizione (apparentemente) che si abbandoni qualsiasi senso critico e di razionalità.

Si è cercato, negli anni, di superare tale dialettica, prendendo la parte migliore di ciascuno e muovendosi al di là di entrambi. E così siamo arrivati ad oggi, un tempo in cui, più che mai, avvertiamo lo stesso inestinguibile bisogno di un movimento che riunisca (e non divida) i due mondi — il razionale e lo spirituale — e che sia in grado di comprendere la realtà nella sua interezza e complessità, sotto lo stesso ombrello filosofico. Tale movimento oggi è l’Olismo, e The Theory of Holes (La Teoria dei Buchi) è esattamente quell’ ombrello.

La Teoria dei Buchi espone gli intellettuali verso un nuovo modo di pensare, basato sulla combinazione delle realtà spirituale e materiale e su un rigoroso procedimento logico, al fine di comprenderla nel suo insieme – olisticamente. Il buco (the Hole) è il simbolo perfetto di tale combinazione – infatti, può essere pensato come vuoto circondato da materia o come materia occupata internamente da una spazio di vacuità.

Sottotitolato, Qual è il nesso tra science, spiritualità, sesso, morte, giustizia, conoscenza, economia, gravità, amore – e perchè il nostro future dispende da esso?, il libro rivela la fin adesso ignorata corrispondenza tra il mondo materiale e quello spirituale. E’ una sorta di “Rosetta Stone” di tipo filosofico, la chiave che rende il linguaggio della scienza comprensibile alla tradizione del pensiero spirituale, e i fondamenti del pensiero spirituale accessibili e significativi a coloro i quali valorizzano scienza e ragione al di sopra di ogni cosa. In tale processo, il libro apre una serie di nuove, affascinanti implicazioni che coprono le diverse aree dello scibile umano — come indicato dal sottotitolo, per l’appunto.

Partendo da una premessa di base, accettabile e condivisa da tutti, il resto del libro presenta tutte le necessarie conseguenze derivanti da quella premessa, procedendo passo dopo passo in modo rigorosamente logico. Capitolo dopo capitolo, le diverse tematiche vengono passate a rassegna, da una scala più grande — politica, economia, fisica, giustizia, religione, meteorologia, e anche la possibilità di immortalità — ad una più piccola, quella della vita individuale di ogni uomo e donna.

Il capitolo in merito all’ economia si rivela particolarmente illuminante — non solo agli occhi degli accademici ed esperti, ma anche per la vasta maggioranza di lettori. La Teoria identifica non solo l‘errore di base, condiviso da tutte le varie scuole di economia, oggi come in passato — Marxista, Keynesiana, neo-liberale, etc. — ma mostra anche come tutte le soluzioni da loro proposte peggiorano, non migliorano, i nostri problemi economico-finanziari. Così facendo, The Theory of Holes propone la propria inedita soluzione, un nuovo sistema economico post-Capitalista, offrendo anche strategie concerete per implementarlo.

Il libro, infatti, contiene una descrizione dettagliata ed esclusiva dell’Olismo, il sistema economico-sociale post-capitalista, per cui l’autrice Laura Lombardo ne è ideatrice ed attivista. A tal proposito, Lombardo ha dichiarato che il libro offre spunti validi nel campo dell’agenda e linee guida politici, che gli accademici e i dottori in scienze politiche dovrebbero cominciare ad analizzare. “Ho trovato l’errore fondamentale nei dibattiti accademici che ci ha impedito fin adesso di raggiungere la giustizia sociale e economica”, ha affermato la Lombardo. Il sistema Olista, che è un’economia, per la prima volta nella storia libera da inflazione e da qualsiasi limite alla quantità di moneta, elimina totalmente crisi economica e povertà, una volta per tutte. “L’Olismo creerebbe livelli di prosperità e ricchezza senza precedenti per tutta l’Umanità e un totale allineamento tra profitti privati e quelli collettivi”, ha aggiunto Laura Lombardo, incoraggiando le menti più creative nella categoria del libero professionismo a sintonizzarsi.

“Il libro beneficia tutta l’Umanità in un modo importante e concreto”, spiega l’autrice, “e questo è il motivo per cui è scritto in modo chiaro, semplice, e diretto”.

“Non sono filosofo di professione, e nemmeno scienziato” — dice l’autrice, Laura Lombardo — “infatti, credo sia questo il motivo che mi ha permesso di scoprire la Teoria e di presentarla al mondo, prima di altri”. Come sottolineato da uno dei principi di conoscenza della Teoria stessa, al fine di conoscere a fondo e oggettivamente qualcosa, bisogna essere al di fuori di essa, cosicché sia possibile vederla in modo totale e comprensivo. Allo stesso modo, essendo io stessa al di fuori del mondo della scienza, della filosofia, del pensiero spirituale – e non avendo, dunque, alcun interesse particolare di arrivare ad una precisa, predeterminata conclusione – ho potuto mantenere la posizione necessaria e privilegiata per investigare la realtà olisticamente, in rigorosamente modo imparziale. Infine, Lombardo conclude, “la Teoria non è una mia proprietà privata– la pubblico nella speranza che altri pensatori, ricercatori possano scoprire ulteriori implicazioni nella propria sfera di interesse”.

The Theory of Holes è adesso disponibile sul Amazon, in entrambe le versioni, quella cartacea e come e-book.

LINKS VIDEO:

ON ECONOMICS https://www.youtube.com/watch?v=jzlzIAcRzSo&t=33s&list=PLFLEfza2H96wb0gxqJw6mxa9SpO0yoXnS&index=3

ON DEATH AND IMMORTALITY

https://www.youtube.com/watch?v=_jdIaaWc3I0&list=PLFLEfza2H96wb0gxqJw6mxa9SpO0yoXnS&index=4

ON GOD

https://www.youtube.com/watch?v=_iD9pn3Ce0s

AIDOSP: “chiamiamo tutte le Forze Politiche italiane ad una scelta coraggiosa”.

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Dopo tangentopoli si evidenziò una crescente insoddisfazione dell’opinione pubblica verso l’architettura partitica del nostro Paese. Le classiche strutture partitiche lasciarono il posto a movimenti e nuove formazioni di protesta. Nacque, così, la cosiddetta “Seconda Repubblica”, sicuramente più improvvisata e, indubbiamente, parzialmente competente. Difatti, in questi ultimi venticinque anni, quelle forze politiche chiamate a riformare l’Italia hanno inteso la Politica caratterizzandosi per autoreferenzialità, selezione del personale al ribasso, così da privilegiare mera appartenenza al potente di turno e, per gran parte, la incompetenza a scapito della tanta declamata meritocrazia. Oggi la mancanza di conoscenze appropriate e di professionalità, all’interno dei Partiti e nella Pubblica Amministrazione, crea disagio ed irritazione nell’opinione pubblica, ormai cosciente dell’inadeguatezza della nostra classe dirigente di fronte al mutato scenario internazionale.

I Dottori in Scienze Politiche, che in altri Paesi europei rappresentano una eccellenza professionale nella gestione della cosa pubblica, nelle attività diplomatiche e politiche, in Italia vengono esclusi dalle graduatorie per l’insegnamento, da alcuni concorsi della P.A., senza sbocchi professionali adeguati all’alta formazione acquisita nelle più importanti Università italiane. Giovani laureati, talenti nel loro ambito formativo, sono costretti ad emigrare all’estero, delusi del mancato riconoscimento del titolo, per l’inserimento professionale, nella loro Patria.

Considerato che quasi tutte le Forze Politiche scese in campo per le elezioni del 4 marzo puntano sulla competenza, l’AIDOSP ha inviato una nota ai Partiti/Movimenti politici per proporre un vero cambio di rotta.  Quanti raccoglieranno la sfida?

«Noi siamo certi – dichiara Francesco Di Nisio, Presidente AIDOSP – che i tempi sono maturi per allinearci allo standard europeo, per eguagliare le politiche spagnole, francesi e tedesche che considerano i giovani laureati in Scienze Politiche preziose risorse a servizio della propria nazione. Serve solo una buona dose di coraggio da parte delle Forze Politiche, anche per dimostrare al mondo che l’Italia è capace di cambiare e di competere come ha già dimostrato nel dopoguerra. Per questo, oggi – conclude Di Nisio – chiamiamo tutte le Forze Politiche italiane ad una scelta coraggiosa».

L’AIDOSP sbarca a San Pietroburgo

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l 13 gennaio, Il dott. Vito Attolico – Referente AIDOSP per la Russia – ha concluso la sua prima missione nella Federazione Russa stingendo importanti relazioni sul territorio. Tra queste relazioni è importante segnalare quella con il dott. Rocco Pietrocola, nostro connazionale che opera da diversi anni nel territorio russo. Alessandro Rocco Pietrocola è un imprenditore e investitore italiano che vive tra Londra e Mosca e fa impresa da oltre 20 anni fornendo la sua preziosa consulenza per aiutare gli altri imprenditori a realizzarsi sui mercati esteri. Ha fondato e gestito diverse società nel mondo che operano in diversi settori.

Attualmente è il CEO della Astors Group (www.astorts.com) – società di consulenza per società finanziarie- con sede a Londra e Honk Kong; è l’amministratore delegato della Herman Smith (www.hermansmith.com) – studio legale e di consulenza aziendale con sede a Mosca; CEO della Teldar (www.teldarholding.com)- società di Private Equity con investimenti in diversi settori (IT, Società Finanziarie, Consulenza Aziendale, Import/Export)- con sede a Londra; nonché advisor di diverse aziende nel mondo. Ha lanciato da poco il suo blog www.alepietrocola.com dove è possibile trovare tanti contenuti in merito al mondo imprenditoriale.

Il dott. Pietrocola ha sposato con interesse il progetto AIDOSP in cui professionisti della scienza politica cercano di favorire anche il contatto con le eccellenze italiane, presenti nel nostro Paese e nel mondo, al fine di rendere un servizio di alta qualità. A breve sarà siglato un protocollo d’intesa per sviluppare attività future che riguardano il territorio della Federazione Russa. Il dott. Pietrocola rimane a disposizione degli iscritti, dei Referenti Aidosp, delle associazioni collegate come Assisi Pax e delle Università con le quali l’AIDOSP avrà rapporti di collaborazione, per offrire una prima consulenza gratuita in merito a progetti e sinergie da portare avanti sul territorio russo. Le richieste di contatto verranno filtrate e convogliate attraverso l’associazione tramite un apposito modulo. Nei confronti del nostro Referente per la Russia dott. Attolico un’azienda ha voluto esternare ufficialmente il suo ringraziamento per aver preso un contatto importante sul territorio della Federazione, grazie al suo impegno; alleghiamo lettera.

Dopo le molte iniziative portate avanti negli ultimi anni l’auspicio è quello vedere giovani laureati e/o formati coinvolti dalle varie amministrazioni pubbliche e private per svolgere quotidianamente questi compiti, poiché competenti e innovativi per la risoluzione delle questioni più salienti del nostro Paese. Ad oggi l’AIDOSP ha raggiunto l’Argentina, l’Egitto e la Russia e prossimamente sarà presente in ambito europeo dove i Dottori in Scienze Politiche hanno già un ruolo e una professionalità riconosciuta e valorizzata. L’AIDOSP come associazione di professionisti della scienza politica, ma anche come “think tank”, rimane a disposizione delle Istituzioni socio-politiche e degli amministratori per progetti congiunti. Il Paese ha bisogno più che mai di una inversione di rotta per competere in maniera efficace ed efficiente sullo scacchiere globale.

Firmato l’atto di gemellaggio tra l’AIDOSP e Assisi Pax International

Da Sx: Carlo De Masi, Gina Della Fazia, Francesco Di Nisio, Antongiulio De Robertis

Da Sx: Carlo De Masi, Gina Della Fazia, Francesco Di Nisio, Antongiulio De Robertis

Venerdì 1 dicembre 2017, alle 10:30, presso la sede operativa AIDOSP (Associazione Italiana Dottori in Scienze Politiche), in Via Salaria del Comune di Roma, l’Avv. Gina Della Fazia, Segretario generale di Assisi Pax International, delegata dal Presidente Gerardo Navazio, e il Dott. Francesco Di Nisio, Presidente AIDOSP, preso atto del comune spirito di fratellanza e principio solidaristico, hanno firmato l’atto di gemellaggio tra le due importanti Associazioni. Presenti alla firma anche il Prof. Antongiulio De Robertis, coordinatore Assisi Pax per la Capitale, e il Dott. Carlo De Masi, della struttura AIDOSP e Presidente ADICONSUM. “Questa cerimonia – ha dichiarato Di Nisio – non sarà solo un atto formale da custodire tra i più importanti documenti associativi, ma anche un vero grande impegno umanitario per promuovere la Pace nel Mondo. Per questo considerevole obiettivo crediamo che i Dottori in Scienze Politiche possano offrire un notevole contributo considerata la loro specifica competenza”. “Sono onorata e orgogliosa di essere qui a Roma per la firma di un atto così importante, per conto di Assisi Pax International – ha detto Della Fazia – certa di una futura, concreta cooperazione. Siglare il gemellaggio con l’AIDOSP per noi rappresenta la chiave che facilita l’apertura di canali diplomatici nel mondo”. Durante la cerimonia l’Avv. Gina della Fazia ha consegnato, ai rappresentanti della neo-gemellata AIDOSP, le medaglie commemorative del ventennale della fondazione di Assisi Pax quale dono del fondatore e Presidente onorario Padre Gianmaria Polidoro.

I Patti Lateranensi: come mutarono i rapporti tra Stato e Chiesa

Patti Lateranensi

Per comprendere a pieno il mutamento di pensiero e di organizzazione all’interno della Chiesa contemporanea dobbiamo necessariamente conoscere il passato a partire dal periodo risorgimentale italiano.

Con la Breccia di Porta Pia si registra un episodio importante che decretò la fine dello Stato Pontificio avvenuto il 20 settembre 1870, data nella quale si sancì non solo la fine dello Stato Pontificio, quale entità storio-politica, ma fu anche rivisto il potere dei Papi.

Roma divenne la capitale del Regno d’Italia, voluta fortemente da Cavour. Focalizzando adesso l’attenzione su tre figure storiche di quel tempo da Papa Pio XI a Vittorio Emanuele fino a Benito Mussolini, si rileva che erano accumunati da uno scopo comune: dalla volontà di trovare una valida intesa che potesse essere riconosciuta sia dallo Stato Italiano che da quello Vaticano.

I Patti Lateranensi furono gli accordi di mutuo riconoscimento tra il Regno d’Italia e la Santa Sede. Essi furono sottoscritti l’11 febbraio 1929 e attraverso l’articolato furono stabilite regolari bilaterali tra l’Italia e il Vaticano.

I Patti presero il nome del palazzo di San Giovanni in Laterano all’interno del quale avvenne la firma degli accordi, negoziati tra il Segretario dello Stato Pontificio cardinale Pietro Gasparri e il presidente del Consiglio dei Ministri Benito Mussolini per conto dello Stato Italiano. I Patti andavano a modificare quel rapporto che esisteva tra Stato e Chiesa disciplinato dalla “Legge delle Guarantigie” approvata dal Parlamento Italiano il 13 maggio del 1871.

Ma vediamo bene come erano strutturati i Patti Lateranensi, suddivisi in tre distinti documenti:

  • Il primo riguardava un Trattato Internazionale nel quale si riconosceva l’indipendenza e la sovranità della Santa Sede e veniva fondato lo Stato Vaticano;
  • Il secondo era un documento di natura economica, di fatto era una Convenzione finanziaria che risarciva il papato per i danni causati dalla presa di Roma nel 1870 (oltre 700 milioni di lire e oltre un miliardo in titoli di Stato);
  • Il terzo ed ultimo documento era un Concordato che stabiliva come una religione dello Stato Italiano quella cattolica e sanciva speciali prerogative per la Chiesa circa la legislazione matrimoniale (al matrimonio venivano riconosciuti effetti civili e le cause di nullità ricadevano sotto i Tribunali ecclesiastici), educativa (l’insegnamento della dottrina cattolica, definita “fondamento e coronamento dell’istruzione pubblica” diventava obbligatorio nelle scuole elementari e medie), giurisdizionale ed economica.

A seguito dei Patti Lateranensi la Chiesa ha riconosciuto l’esistenza di uno Stato Italiano e ha definitivamente accantonato ogni pretesa giuridica sul territorio di Roma. L’accordo raggiunto tra Chiesa e Stato Italiano fu accolto e confermato dalla Costituzione Italiana (art. 7):

“Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi”.

La storica intesa fu accolta con favore dall’opinione pubblica. Nel febbraio del 1929 il Papa Pio XI, in un incontro con i professori e gli studenti tenutosi presso l’Università Sacro Cuore di Roma, identificò Benito Mussolini come: “[…] un uomo come quello che la Provvidenza Ci ha fatto incontrare […]. Fu però vivissima, nei giorni a seguire, l’amarezza di alcuni gruppi cattolici per l’avvicinamento della Santa Sede ad un regime totalitario come quello fascista.

Nel corso degli anni ‘80 il Concordato subì delle modifiche, infatti esso fu revisionato il 18 febbraio 1984 dall’allora Presidente del Consiglio dei Ministri Bettino Craxi e dal cardinale Agostino Casaroli. Nello specifico si ridisegnavano le regole per le nomine dei vescovi che non dovevano più essere approvate dal governo italiano; la religione cattolica non fu più considerata religione di Stato; l’insegnamento dell’ora di religione divenne facoltativo; fu introdotto l’8 per mille in favore della Chiesa Cattolica. La revisione fu siglata come: l’Accordo di Villa Madama.

L’accordo tra Chiesa e Stato Italiano giunse in uno dei momenti più bui del nostro Paese. Il Fascismo aveva ormai gettato le sue radici e nessuno più si illudeva che si trattasse di un regime transitorio. Le premesse per quell’incontro del febbraio 1929 erano già state poste in maniera segreta nel gennaio del 1923 quando il Duce non era ancora certo della sua ascesa. Il timore della Santa Sede tra un possibile accordo tra i cattolici del Partito Popolare e i Socialisti aveva fatto dimenticare l’anticlericalismo di Mussolini espresso fin dai primi programmi del movimento dei Fasci.

Il 18 novembre 1919 il leader fascista scrisse sul suo giornale che si doveva invitare il Papa a “sloggiare” da Roma.

Quando fu annunciata la Conciliazione del 1929 fu per molti una grande sorpresa, i più turbati e disorientati furono proprio i rappresentanti del vecchio Partito Popolare; con i Patti Lateranensi Mussolini accetto molte clausole che ben presto avrebbe nei fatti dimenticato. Tuttavia in quel momento era necessario un gesto clamoroso per propiziarsi le “elezioni farsa” che si sarebbero dovute tenere un mese dopo. Fu la fine di qualsiasi parvenza di opposizione legale alla dittatura fascista, il Vaticano dal canto suo ottenne oltre al Trattato anche il Concordato, che storicamente fu il mezzo con il quale la Chiesa difese l’esercizio della propria Missione Pastorale dalle prevaricazioni del potere politico, soprattutto dai poteri autoritari, anche se con scarsi risultati. I Patti Lateranensi sancirono in sostanza delle rinunce da parte di Mussolini, come ad esempio il fatto di non nascondere più il suo anticlericalismo, in cambio di un appoggio propagandistico che gli giovò molto; dall’altra però Papa Pio XI si pentì subito dopo di aver firmato un patto con un avversario più forte e audace di lui.

Finita la guerra e caduto il regime Fascista nessuno mise in discussione la validità dei Patti Lateranensi e a tal proposito il Vaticano per garantirne l’efficacia e affinché l’accordo non cadessero nel dimenticatoio chiese il riconoscimento tramite la carta costituzionale italiana. In un primo momento neppure i Democristiani in Parlamento si erano preoccupati di ricordare i Patti del Laterano nei testi presentati in Commissione. La questione divenne stringente al momento del voto in Assemblea: da una parte i Democristiani, dall’altra gli Azionisti, i Repubblicani e i Socialisti contrari a qualsiasi apertura della questione romana.

I comunisti si erano opposti fervidamente e volevano evitare qualsiasi azione che portasse agli accordi del Laterano. In seguito però, Togliatti, segretario del PCI insieme al vice-segretario della DC Dossetti, scrissero il I° comma dell’articolo 7: Lo Stato e la Chiesa Cattolica sono ciascuno, nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. Un’ affermazione che fissava un principio fondamentale.

Quando il 23 gennaio la “commissione dei 75” esaminò la bozza dell’articolo, i comunisti si limitarono ad approvare solo il 1° comma, mentre per il 2° comma insieme ad altri deputati laici, proposero un testo diverso: I rapporti tra Stato e Chiesa sono regolati in termini concordatari, ma la proposta fu respinta con 32 voti contro i 27.

Due mesi più tardi il gruppo comunista era obbligato a sciogliere il nodo sull’art. 7 così il 25 marzo 1947, in un’atmosfera carica di polemiche si tenne una seduta storica della Costituente che iniziò intorno alle 16:00 e terminò a notte fonda. L’articolo 7 passò con una maggioranza schiacciante: 350 i voti favorevoli, 149 quelli contrari. Votarono a favore: Democristiani, Comunisti, Monarchici, gran parte dei liberali Qualunquisti e molti esponenti dell’epoca pre-fascista come Sforza, Orlando e Nitti.

Bonomi, quel giorno assente, aveva già precedentemente annunciato il suo voto favorevole, contrariamente Benedetto Croce, aveva fatto sentire il suo “NO” dalle colonne del Corriere della Sera.

Concludendo quindi, possiamo dire che i Patti del Laterano hanno creato una netta distinzione tra quelli che erano i compiti dello Stato Italiano e quello Vaticano, rivendicando proprio quella “laicità” dello Stato che era sconosciuta fino a poco tempo prima che venissero ratificati gli stessi Patti. Un risultato importante per l’autonomia del Vaticano e per la laicità di un nuovo Stato democratico, libero da ogni vincolo. 

Giuseppe Distratis

Premio Aquila d’oro 2016 a Capaldi, Pelosi e Terzi di Sant’Agata.

premio l'aquila d'oro

Un successo dovuto alla tematica trattata (Bene Comune), alle personalità coinvolte, ma in particolare alla partnership dell’AIDOSP, capace di creare valore aggiunto nelle relazioni internazionali e nell’organizzazione dell’evento.

I presenti in sala hanno valutato la manifestazione come un trionfo della ‘Cultura Italica’ e in particolare dell’Abruzzo italico. Non è passata inosservata la dichiarazione di Nancy Pelosi:

“Sono particolarmente onorata di ricevere il Premio Aquila D’Oro che mostrerò con orgoglio negli Stati Uniti D’America… sono felice dei legami con l’Abruzzo del mio caro nonno che è emigrato da questa regione, lui è stato sempre orgoglioso delle sue origini abruzzesi pur vivendo a Baltimora, ciò è molto importante per me, per la mia famiglia e per il mio elettorato”.

Si è svolta sabato 24 settembre 2016, presso Sala convegni “Lorenzo Ciampa” – Parco Nazionale della Majella – Abbazia Celestiniana in Sulmona, la cerimonia di consegna del Premio AQUILA D’ORO 2016. I riconoscimenti sono stati attribuiti al Dott. Aurelio Capaldi, Giornalista RAI, per la sezione ‘Giornalismo’; S.E. Giulio Terzi di Sant’Agata, Ambasciatore già Ministro degli Esteri, per la sezione ‘Istituzioni Diplomatiche’; la Leader Nancy Pelosi, per la sezione ‘Solidarietà Sociale’ (premiata in una sessione anticipata presso la residenza italiana dell’Ambasciatore John Phillips).

La Commissione Scientifica del Premio, presieduta dal Prof. Fabrizio Politi, ha inoltre conferito le seguenti Menzioni Speciali: a Massimo Moretti, imprenditore, per la sezione ‘Innovazione e Progresso’; al Coro Maschile Maiella, composto da 27 specializzati nell’esecuzione del canto popolare a cappella, per la sezione ‘Musica e Canto’; a Stefano Ricottilli, custode dell’Eremo di Celestino V, per la sezione ‘Bene Comune’.

Come nella precedente edizione, anche l’undicesima ha visto la partecipazione attiva all’evento delle Istituzioni patrocinanti, il Presidente Giuseppe Di Pangrazio per il Consiglio Regionale, il Presidente Franco Iezzi per il Parco Nazionale della Majella, il Consigliere Roberta Salvati per il Comune di Sulmona,  il Consigliere Diego Mastrangioli in rappresentanza del Comune di Corfinio Corfinium; presenti le rappresentanze della Guardia di Finanza, della Polizia di Stato, e gli amici del Premio provenienti dal Territorio Adriatico, dal Lazio, dall’Umbria e dalla Toscana oltre ad una folta rappresentanza dei Peligni. Un folto pubblico che ha dato calore ed energia alla XI edizione del Premio, che qualcuno in sala ha definito “di grande spessore socio-culturale e irripetibile per il valore dei premiati, i quali hanno rappresentato a pieno il Bene Comune”.

Incantevoli i contributi musicali del Maestro Antonio Gentile.

Di seguito le motivazioni formulate dalla Commissione: Capaldi “per aver saputo coniugare magistralmente il racconto dello Sport agonistico con l’umanità dei grandi campioni e per aver tracciato un profilo inedito della prospettiva culturale nei luoghi dei principali eventi sportivi

Terzi di Sant’Agata, “per l’infaticabile attività diplomatica svolta con profonda dedizione e lealtà, elevando l’Italia a Nazione simbolo dei Diritti Umani e della Solidarietà, mantenendo fermo l’orgoglio italico per il rafforzamento dei valori della sovranità e della Patria; per aver lottato coraggiosamente contro le ingiustizie, divenendo per le nuove generazioni un esempio da imitare per costruire un futuro migliore; per il generoso impegno, speso nella promozione della cultura e della lingua italiana, teso a rafforzare i legami con gli italiani nel mondo

Pelosi, “per aver dedicato la Sua lunga carriera politica al Bene Comune, in particolare per aver contribuito con raffinata sensibilità e lucida intelligenza a rafforzare i Diritti Civili in America e i Diritti Umani in ambito internazionale, grazie anche ad un innato senso di solidarietà che ha elevato, per la prima volta nella storia, una donna ai più alti scranni istituzionali d’America”; Moretti, “per aver creato un favorevole intreccio tra l’innovazione e la natura, capace di generare una nuova e più giusta prospettiva di sviluppo socio-economica”; Coro Maschile Maiella, “per la preziosa attività artistica espressa in Italia e all’estero tesa a valorizzare la tradizione del canto popolare e le meraviglie del Paesaggio italico”; Ricottilli, “per la costanza, la determinazione e il sacrificio operato nella custodia dell’Eremo di Celestino V, in forma volontaristica, per oltre 40 anni”.

Il Direttore del Premio – Francesco Di Nisio – nel suo intervento dopo aver ringraziato “il Presidente del Senato Pietro Grasso per aver conferito alla manifestazione il Premio di Rappresentanza” – ha lanciato un messaggio alla comunità internazionale – “affinché si inizi al lavorare concretamente per l’affermazione dell’uomo attraverso il Bene Comune, da conseguire puntando su due importanti capisaldi: la pace nel mondo e il benessere dei popoli”.

Il “Dottore in Scienze Politiche” visto da Román Frondizi

Roman Frondizi

La dottoressa Rosana Angelica Botana e il Prof. Roman Frondizi

La Dottoressa Rosana Angelica Botana, Referente AIDOSP per l’Argentina e il Sud America, ha intervistato l’Avv. Román Frondizi, Presidente dell’Accademia di Dottori in Scienze Politiche della Repubblica Argentina.

Prof. Frondizi come vede oggi le Scienze Politiche nel contesto dell´establishment dei paesi europei e latinoamericani?

Non si può fare un paragone tra l´atteggiamento della classe dirigente sulle Scienze Politiche nell’Europa e nell’America Latina, sia per l’ineguale sviluppo istituzionale, sia per il divario nella formazione accademica e nell’esperienza pratica dei laureati nella vita pubblica. Tuttavia nel caso dei paesi europei si avverte una partecipazione molto più diffusa del Dottore in Scienze Politiche nel sistema politico e amministrativo rispetto a quella riscontrabile nei paesi latinoamericani.

Nell’attuale crisi del sistema democratico pensa che la Scienza Politica possa essere di aiuto per il miglioramento della qualità istituzionale? A Suo avviso c’è l´esigenza di assumere più Dottori in Scienze Politiche nei partiti politici e nei quadri della pubblica amministrazione?

La diversità dei problemi che affrontano i vari paesi, le differenti priorità alle quali devono rispondere i loro governi e la sufficienza o meno dei mezzi disponibili, rendono il quadro d’insieme complesso e diventa difficile fornire una risposta univoca, valida per tutti i paesi. Forse è più facile individuare paesi che hanno più bisogno di medici, docenti, ingegneri, dottori in agraria, etc.  Comunque, non c’è dubbio che sia auspicabile, anzi, indispensabile, un forte miglioramento della qualità dei quadri politici e dello Stato per quanto riguarda lo studio e le soluzioni possibili, concrete, ai vari problemi inerenti le esigenze di ammodernamento ed efficienza di entrambi settori della vita pubblica. L´esperienza dimostra che accanto ad un’alta preparazione professionale degli scienziati politici serve anche un forte attaccamento ai valori morali.

Come vede la situazione dell’Argentina dal punto di vista della corruzione nel sistema amministrativo e politico? Vede una strada risolutiva?

L´Argentina è una nazione potenzialmente ricca che vive da decenni un lungo processo di decadimento nel campo morale, politico ed economico. La causa è il deterioramento della sua classe dirigente, anzi, si potrebbe dire la quasi scomparsa della classe dirigente, sostituita da una classe dominante incapace di fare insieme ai propri interessi anche gli interessi generali del paese. Purtroppo questo processo si è manifestato sia sotto i governi militari (che sono stati di gran lunga i peggiori e anche in certi casi sinistri), che sotto i governi civili, tranne qualche riguardevole eccezione. Paradossalmente, questo fenomeno si verifica in un paese che produce tante validissime personalità nella letteratura, nella musica, nella medicina, nella religione, nella fisica, nel mondo del lavoro e della produzione. Quest’ultima circostanza, unita alle buone qualità umane della grande maggioranza della popolazione, vittima a volte di una specie di anestesia che la fa ricadere negli stessi errori, a causa di una strana miscela di ingenuità e di ignoranza, frutto del mito della “ricchezza dell’Argentina”, potrebbe indirizzare l’Argentina verso una strada diversa, magari più affine per la risoluzione dei suoi problemi; a questo scopo non servono né gli inetti né i corrotti. Serviranno invece uomini politici virtuosi, includendo i magistrati, capaci di rifondare lo Stato, di mettere innanzi l’interesse del popolo e non il proprio. Per loro, questo porterà o gloria o infamia. Comunque, premesso che si riesca, riemergere, dopo una decadenza di decenni, porterà via molto tempo.

Come considera la formazione accademica attuale della Scienza Politica in Argentina e nel Mercosur?

La situazione è diversa da paese a paese. Si potrebbe affermare, in termini generali, che in alcuni centri del Brasile e dell’Argentina, e anche dell’Uruguay, si lavora nell’ambito universitario ed accademico con molta professionalità, e qui spiccano esponenti di notevole valore. C’è il rischio, non facilmente superabile, dell’ideologizzazione e anche di un certo partitismo che può far oscurare il lavoro degli scienziati politici.

Che ne pensa della possibilità di collaborazione tra i Dottori in Scienze Politiche argentini e l’AIDOSP?

La vedo senz’altro possibile e utilissima, soprattutto per l’apporto di esperienze fatte in due mondi che, pur diversi, hanno tanti fortissimi punti di contatto umani e culturali derivanti dall’eccezionale presenza italiana in Argentina. Il lavoro e l’iniziativa degli italiani rappresentano dei pilastri fondamentali nella costruzione del paese. Non so se l’Italia di oggi, afflitta com’è dalle proprie gravi penurie, è consapevole di questo grande contesto storico-sociale.

Come pensa che un dottore in Scienze Politiche possa operare per dare valore aggiunto e guida alla collettività italiana in Argentina?

Bisogna evidenziare che gli italiani e gli argentini di origine italiana sono pressappoco la metà o anche di più della popolazione dell’Argentina. Comunque, la collettività in senso stretto, cioè gli italiani e gli italo-argentini, e più in generale tutti gli oriundi vincolati alle varie istituzioni italiane esistenti in Argentina, potrebbero, facendo tesoro delle proprie conoscenze ed esperienze, contribuire a rafforzare l’oggettività nell’osservazione e nel giudizio dei fenomeni della realtà politica e sociale, e a dare alle istituzioni repubblicane un adeguato e forte supporto nello sviluppo morale, sociale, culturale ed economico del paese. In questo scenario i Dottori in Scienze Politiche dovrebbero avere una vasta possibilità di espansione dei loro ruoli.

Come immagina il futuro della Scienza Politica nel XXI secolo?

Vedrei un futuro proficuo a condizione che la Scienza Politica sia capace di concretezza nell’apportare virtù agli uomini politici perché s’intendano dello Stato, la cui finalità morale, come ha insegnato il Gran Fiorentino, è il vivere politico e quindi la libertà concreta dell’uomo.

La ringrazio Prof. Frondizi e, a nome e per conto dell’AIDOSP, la saluto cordialmente nell’auspicio che si possa concretizzare una proficua collaborazione tra i Dottori in Scienze Politiche Argentini e Italiani, nell’esclusivo interesse di due grandi Nazioni.

AIDOSP: un nuovo ruolo, l’Innovatore Sociale

Innovatore sociale

Nel mese di luglio del 2000, nella città di L’Aquila, si è costituita l’AIDOSP – Associazione Italiana Dottori in Scienze Politiche , le cui peculiarità principali sono il carattere volontario senza fini di lucro e l’assoluta autonomia ed indipendenza.

L’idea di costituire l’AIDOSP è germogliata in coincidenza dell’anno giubilare da alcuni laureati in Scienze Politiche che, così come tanti cittadini italiani, hanno avuto modo di riflettere sul profondo mutamento degli stili di vita, sulla trasformazione dei modi di produzione e degli effetti che questi producono sulle persone e sulle comunità. Hanno preso coscienza di vivere nella nuova società dell’informazione dalla quale ci si attende un miglioramento della qualità di vita attraverso una nuova progettualità, dove la creatività assume una posizione di privilegio rispetto alla tecnica. Hanno avuto modo di rilevare il progressivo schiacciamento della società civile tra le sovrastrutture economiche, organizzative, informative, e statali. Rilevando, inoltre, il declino dei movimenti sociali collettivi, della reciprocità, dell’affetto e il deterioramento delle condizioni di riproduzione sociale (ambiente, famiglia, alimentazione, salute e quant’altro), da un’attenta analisi, è emerso che la causa primaria di queste disfunzioni sociali è da attribuire sicuramente alla carenza di una cultura progettuale.

Si può tranquillamente affermare che fino ad oggi la società ha usufruito e, allo stesso tempo, ha subito gli effetti dello sviluppo tecnologico. Pertanto se è vero che la tecnologia può distruggere ed uccidere è vero anche che con essa si può curare, allevare e quindi migliorare la vita degli esseri viventi.  Ma per utilizzare al meglio la tecnologia occorre operare delle scelte che dipendono esclusivamente dalla volontà e dal coraggio dell’uomo.  E, oltre al coraggio, per effettuare la scelta più giusta e per dirigere l’uso dei nuovi strumenti tecnologici a vantaggio della collettività,  occorrono anche conoscenze specifiche, capacità e abilità; occorre, quindi, l’intervento di una nuova figura che sappia ridefinire i capisaldi della nuova società, dove la macchina deve essere a servizio dell’uomo e non il contrario.

Vi è la necessità, quindi, di creare un nuovo ruolo, quello dell’Innovatore sociale, che tenga conto dell’ordine culturale, economico e ambientale e del loro equilibrio, capace di operare un’attenta elaborazione critica delle problematiche sociali e capace di offrire innovazione nelle ingegnerie istituzionali sia pubbliche che private. Per questo i dottori in Scienze Politiche, aderenti ad una interessante iniziativa, fino ad oggi all’ombra del tecnicismo vogliono offrire concretamente il loro contributo alla collettività, mettendo a disposizione la loro specifica formazione universitaria che attraversa le aree della politologia, del diritto, dell’economia, della sociologia, della statistica e di altre importanti discipline. Essi ritengono che la società del nuovo millennio esige sempre più professioni progettuali, non solo tecniche, in grado di contribuire fattivamente e concretamente al miglioramento e al potenziamento delle strutture politico-sociali, politico-istituzionali, e politico-economiche.  L’AIDOSP è la prima Associazione in Italia che ha fissato come obiettivo primario la valorizzazione e l’ottimizzazione delle risorse umane, con riferimento soprattutto alla figura del dottore in Scienze Politiche, risorsa con un alto profilo professionale, fino ad oggi senza un concreto punto di riferimento, senza una propria identità e con l’impossibilità di poter essere concretamente utile ai consociati italiani e comunitari. Certi che essere utili alla collettività non è solo un diritto, ma soprattutto è un dovere al quale i dottori in Scienze Politiche non vogliono sottrarsi.

L’auspicio dichiara – Francesco Di Nisio, Presidente AIDOSP – è quello di raggiungere un nobile obiettivo, insieme a tutte le colleghe e i colleghi aderenti all’iniziativa, sul solco di quanto è stato fatto in Spagna dove i Dottori in Scienze Politiche hanno una specifica funzione pubblica utile alla Nazione. Noi siamo pronti, adesso l’azione dovrà essere compresa e condivisa dalle Istituzioni preposte. Per il futuro vogliamo evidenziare un concetto espresso da William Shakespeare: «Il nostro destino non è nelle stelle, è in noi stessi»

Il riferimento per tutti i dottori in Scienze Politiche è il sito Internet www.aidosp.it